Le cose da fare

Stato centrale guida dello sviluppo con strutture nazionali dedicate

Governo e Parlamento nazionali devono recuperare una funzione di guida del processo di sviluppo del Mezzogiorno, in una interazione forte con le istituzioni regionali e locali, ottimizzando l’utilizzo dei Fondi strutturali europei e favorendo iniziative di partenariato pubblico-privato. Per gli investimenti infrastrutturali di rilievo interregionale proponiamo la costituzione, insieme alla Cassa Depositi e Prestiti, del Fondo Italiano di Sviluppo.


Governo e Parlamento nazionali devono recuperare una funzione di coordinamento e di guida del processo di sviluppo del Mezzogiorno, in una interazione forte con le istituzioni regionali e locali ma anche valorizzando direttamente le energie positive presenti nella società civile meridionale, nelle forze economiche e sociali, nell’associazionismo. Rispettare le competenze di Regioni ed Enti locali non significa per lo Stato centrale astenersi dall’indirizzare e monitorare l’uso delle risorse, ma all’opposto significa sollecitare queste stesse istituzioni con strumenti di incentivo, verifica e sanzione.

Macrointerventi
  • rendere stabile la figura del Responsabile politico-istituzionale per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno e assegnargli il coordinamento delle scelte di utilizzo dei fondi di coesione nazionali ed europei accompagnato da poteri di intervento sull’attuazione da parte dei Ministeri, delle Regioni e degli Enti locali delle misure finanziate con quei fondi e sull’applicazione della regola del 34% (proporzionalità alla popolazione residente) per gli investimenti finanziati con risorse ordinarie di bilancio
  • potenziare l’Agenzia della coesione territoriale con propri avamposti di emanazione centrale nei territori
  • costituire con Cassa Depositi e Prestiti il Fondo Italiano di Sviluppo con compiti di progettazione e attuazione dei grandi investimenti infrastrutturali di rilievo interregionale
  • rafforzare il partenariato pubblico-privato in modo da coinvolgere capacità imprenditoriali e risorse finanziarie private nella realizzazione dei progetti pubblici di investimento

E’ possibile così spendere in tempo utile i 90 miliardi di Fondi strutturali europei e di Fondo sviluppo e coesione nazionale che sono disponibili per investimenti nel Mezzogiorno da qui al 2030, cui si devono aggiungere 30 miliardi di maggiori investimenti ordinari applicando nel medesimo periodo la regola del 34% introdotta nella scorsa legislatura, per un totale di 120 miliardi di investimenti pubblici aggiuntivi nel periodo 2020-2030.


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Il futuro del Sud è inscritto nel futuro d’Italia e d’EuropaLo sviluppo del Mezzogiorno e il superamento definitivo della questione meridionale è oggi più che mai interesse di tutta l’Italia.
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