06 settembre 2021   Articoli

Vassallo, l'impegno che le istituzioni non sanno onorare

Amedeo Lepore - Il Mattino

Amedeo Lepore - Professore ordinario di Storia Economica - Università della Campania Luigi Vanvitelli

La sera del 5 settembre 2010 Angelo Vassallo veniva ucciso lungo la strada di casa. Da allora, è cambiata profondamente la vita della sua famiglia e della comunità di Pollica che, con Acciaroli, Cannicchio, Celso, Galdo e Pioppi, rappresentava (e per molti versi, continua a rappresentare) un luogo del Cilento vagheggiato e idilliaco. 

È stato intaccato il sogno di un modello di sviluppo originale, che non aveva la presunzione di proporsi come prototipo a livello locale, ma si collegava a un disegno più ampio di crescita e a un’idea avanzata di territorio, centrati sulla qualità della vita e dell’economia. Non è un caso che l’area del parco del Cilento, del Vallo di Diano e degli Alburni e buona parte della costa sia stata preservata da una massiccia speculazione edilizia e tuttora costituisca un’opportunità molto diversa dalla infelice decrescita latouchana. 

Sono passati undici anni da quella sera maledetta, da quell’infamia ancora senza spiegazione. Troppe sono le domande rimaste prive di risposta che, insieme a un dolore prolungato nel tempo, hanno amplificato lo sgomento e la partecipazione degli italiani alla vicenda. Questa adesione, che si è manifestata con consapevolezza della gravità dell’accaduto e piena solidarietà, non ha avuto pari risonanza nelle istituzioni, oltremodo lente nel compiere interamente il proprio dovere. 

Sul piano politico, anche se ha avuto un significato la presenza ad Acciaroli del gruppo parlamentare antimafia il 23 luglio, vi è da cogliere la necessità di un segnale forte alla famiglia e ai fratelli di Angelo, che si sono pesantemente esposti, denunciando fatti e indicando nomi a loro conoscenza. Basterebbe un impegno a non rendere vano, ma a coltivare l’insegnamento del sindaco pescatore, per ridare fiducia e speranza a chi gli è stato vicino. Del resto, questa è la parola d’ordine scelta per la festa in memoria di Vassallo, speranza. Infatti, l’incontro annuale voluto dalla Fondazione a lui dedicata ha mutato aspetto, puntando sulla valorizzazione del “sistema” Cilento e sull’avvio della scuola di formazione per giovani amministratori “Futura 2025”. 

La decisione di contribuire alla creazione di una nuova classe dirigente, soprattutto nel Mezzogiorno, sulla base dei valori ideali e della capacità amministrativa incarnati da quel concreto esempio umano, è di grande importanza e può colmare un vuoto. 

Sarebbe bello se i candidati a sindaco della ormai prossima scadenza elettorale dedicassero un passaggio dei loro programmi all’esperienza di Angelo Vassallo e condividessero, insieme a tanti di quelli in carica che finora non l’hanno fatto, il percorso della scuola, ampliandone gli obiettivi, la durata e la compagine. Altri esponenti delle istituzioni nazionali e i docenti delle nostre università potrebbero dare la loro disponibilità a tenere lezioni e confrontarsi con i giovani. Insomma, fare di un’iniziativa, sorta per materializzare un ricordo e riprendere un cammino operoso, una spinta per affrontare una delle esigenze più pressanti del Paese: la costruzione di una nuova leva di amministratori e di nuove competenze di gestione nelle istituzioni pubbliche. Tuttavia, questi intenti positivi potrebbero subire un ripiegamento, se, sul piano giudiziario, non venisse fatta luce sul delitto. In questo tempo lungo, oltre un decennio, molti elementi si sono persi, alcuni colpevolmente, ma altri fatti sono sicuramente stati verificati. 

Ora è indispensabile scongiurare l’accantonamento di questo omicidio e giungere a una conclusione, che ristabilisca verità e giustizia. Non è troppo chiederlo. Angelo Vassallo non è stato solo un sindaco esemplare, tenace e caparbio, amante fino allo spasimo della sua terra, ma ha espresso anche una carica di modernità, che lo rende un precursore. L’indirizzo della sua amministrazione – e l’innovazione sistemica del Cilento che ha promosso – si fondava su una visione di valorizzazione ambientale, di rigenerazione degli spazi territoriali e di sviluppo economico, che ha molti tratti in comune con il concetto di bioeconomia circolare e i contorni del paradigma del futuro. 

Oltre al Green New Deal, l’altro pilastro delle attuali politiche europee, rappresentato dalla transizione digitale, fin dall’inizio di questo millennio era diventato l’assillo del sindaco per far giungere la connessione pubblica a tutti gli abitanti del suo territorio. In questo modo, si è costruito un modello che non era solo di carattere locale. Così si spiega il vasto sentimento popolare che circonda Angelo Vassallo e la memoria vivida di un uomo che segna ancora il nostro tempo.

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Politica

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