L'industria del Sud è più forte dei gap
Angelo Guarini e Federico Pirro - Il Sole 24 Ore
Il Sud è forse povero di industrie come molti ritengono ? O è alle soglie della desertificazione industriale ? Sono affermazioni smentite dallo studio della SRM Gruppo Intesa Sanpaolo e del CESDIM - Centro studi e documentazione sull’industria nel Mezzogiorno dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro, sull’industria manifatturiera nell’Italia meridionale appena pubblicato.
Sono invece numerose le grandi industrie italiane ed estere localizzate nelle regioni meridionali con le loro supply chain, ma sono altrettanto numerosi i cluster di PMI diffusi in tutto ll Sud.
L’industria nel Meridione è parte integrante e di rilevanza strategica di quella nazionale e concorre alla sua competitività nello scenario mondiale. Nell’Italia meridionale sono ormai consolidati primati nazionali assoluti nelle seguenti produzioni e localizzazioni di capacità di importanza strategica per il Paese:
1) di oltre il 50% dei laminati piani grazie al Siderurgico di Taranto, quando esso, raggiungendo e superando gli 8 milioni di tonnellate all’anno, ha potuto dispiegare la sua capacità produttiva tuttora installata, ma ad oggi non integralmente utilizzata a causa del tetto massimo di 6 milioni annui imposto nel periodo di attuazione dell’AIA;
2) del 68,6% della capacità di raffinazione petrolifera italiana con le grandi raffinerie della Saras in Sardegna, di Isab, Sonatrach e della Ram in Sicilia e dell’EniR&M a Taranto. A Gela (CL) inoltre l’Eni ha riconvertito la vecchia raffineria in bioraffineria;
3) di ben oltre la metà delle autovetture costruite in Italia e della totalità di veicoli commerciali leggeri; le auto sono costruite negli impianti di Stellantis a Pomigliano d’Arco (NA) e a S.Nicola di Melfi (PZ), mentre i veicoli commerciali leggeri, marchio Ducato, sono assemblati alla Sevel ad Atessa (CH);
4) di petrolio estratto nei maggiori giacimenti on-shore d’Europa in Basilicata in Val d’Agri (PZ) e nella Valle del Sauro (PZ) e in minor misura sulla terraferma e al largo della Sicilia sudorientale;
5) di piombo e zinco della Portovesme (CI) in Sardegna e di fluoroderivati inorganici per l’industria dell’alluminio prodotti dalla Fluorsid di Cagliari;
6) di etilene nei due steam cracker della Versalis Eni di Brindisi e Priolo (SR);
7) dell’energia generata da fonte eolica nei grandi parchi di Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Campania, Calabria, Sicilia e Sardegna. La Puglia è la 1° regione italiana per energia prodotta da fonte eolica;
8) di pale eoliche per aerogeneratori di grande potenza costruite dalla Vestas Blades Italia a Taranto;
9) della macinazione di grani duri e teneri in vari molini fra i quali spiccano quelli imponenti dei gruppi Barilla e Casillo in Puglia, e le capacità complessive di macinazione insediate ad Altamura (BA, capitale nazionale dell’industria molitoria;
10) di paste alimentari con gli impianti di player come Barilla, Voiello-Barilla, De Cecco, Divella, Lucio Garofalo, la Molisana, De Matteis, Rummo, Di Martino, Granoro, Delverde e Pezzullo-Gruppo New Lat Food, Pallante, De Sortis, Riscossa, Tamma, Poiatti, e con i pastificatori di Gragnano, cui si affiancano pastifici minori;
11) di conserve di pomodori e legumi con le imprese dell’agro Sarnese-Nocerino, dell’Abruzzo, della Capitanata e del Brindisino;
12) di divani e poltrone imbottiti in pelle, grazie alla Natuzzi quotata alla Borsa di New York dal 1993, e di altre imprese minori con Soft line, Calia Trade, Nicoletti Trade, Alfatex, Ego Italiano;
Nel Meridione inoltre si compartecipa in misura significativa alle seguenti produzioni nazionali, anch’esse di valenza strategica per il Paese:
1) di energia da combustibili fossili con le centrali di Enel, Enipower, A2A, Edison, Sorgenia, E.On, Egl, En Plus;
2) di energia solare e da biomasse;
3) di costruzioni aeronautiche in due dei distretti aerospaziali italiani, localizzati in Campania e Puglia con i 4 grandi stabilimenti di Leonardo Divisione Aerostrutture di Pomigliano d’Arco, Nola, Foggia e Grottaglie (TA), con i due di Leonardo Divisione Elicotteri a Brindisi e Benevento, con i due impianti di Avio-Aero in Campania e Puglia, con il sito della Ema-Rolls Royce in Campania e con quelli di altre aziende meridionali (Salver, Tecnam, Dema, Blackshape);
4) di materiale rotabile nei grandi stabilimenti della Hitachi Rail STS di Napoli e Reggio Calabria, della Firema di Caserta e Potenza, e della Mer.Mec a Monopoli (BA). A Reggio Calabria si costruiscono convogli ferroviari che vengono esportati in diversi Paesi;
5) di farmaceutica con gli impianti delle multinazionali Merck, Sanofi, Novartis, Pfizer, Menarini, Kerr, e di altre grandi e medie aziende italiane come Dompé, FIS, Pierrel e Sifi;
6) di oli e vini in cui spiccano i marchi di Olio Dante nel Beneventano, della Casa Olearia Italiana e della Olearia Desantis nel Barese, e quelli delle cantine dei gruppi centrosettentrionali Zonin, Antinori e GIV, e di produttori meridionali oltremodo numerosi con marchi ormai affermati a livello nazionale e all’estero;
7) di manutenzioni di navi militari nell’Arsenale della Marina Militare di Taranto e di costruzioni navalmeccaniche nei grandi siti della Fincantieri di Castellamare di Stabia e di Palermo, entrambi in via di potenziamento.
Angelo Guarini, direttore di Confindustria Brindisi
Federico Pirro, docente di Storia dell’Industria nell’Università degli Studi di Bari
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