08 novembre 2019   Rassegna stampa

Claudio De Vincenti: questa la ricetta per il Sud

Stefano Iannaccone - Impakter Italia

Claudio De Vincenti ha le idee chiare su cosa bisogna fare, e subito, per rilanciare il Sud: investimenti, tutela del paesaggio e risanamento ambientale. Ma anche servizi efficienti, con un ruolo centrale di scuola e università. La strategia per evitare l’esodo dal Sud è tutta nello sviluppo sostenibile e di politiche che riescano a perseguire questo obiettivo. Claudio De Vincenti, ex ministro della Coesione e del Mezzogiorno, ha lanciato da poco l’associazione Merita – Meridionte Italia. In questa intervista a Impakter Italia spiega cosa bisogna fare, fin da subito, per rilanciare il Mezzogiorno.

La Svimez ha lanciato, pochi giorni fa, messaggi allarmanti sulla situazione del Mezzogiorno. I dati sono disastrosi, la “desertificazione” sembra quasi inarrestabile. Quali misure si possono mettere in campo nell’immediato?

Due i campi di intervento immediato: sostegno agli investimenti privati e sblocco di quelli pubblici attraverso i Patti per il Sud. Sul primo terreno è importante che in Legge di Bilancio sia stato previsto il rifinanziamento del credito d’imposta per gli investimenti delle imprese al Sud: una misura che incrementa significativamente per il Mezzogiorno i benefici di Industria 4.0 e che ha effetti immediati, come abbiamo visto nel biennio 2017-2018 quando ha messo in moto 8 miliardi di nuovi investimenti privati nel Mezzogiorno. Più in prospettiva, è importante anche che sia stato ricostituito il Fondo per la crescita dimensionale delle Pmi meridionali: va ora reso operativo al più presto per poi incrementare via via la sua dotazione patrimoniale. Per gli investimenti pubblici, ricordo che l’interazione forte tra Stato centrale e Regioni attuata con i Patti per il Sud aveva portato a fine 2017 a sbloccare lavori – cantieri e servizi – per 9 miliardi di euro. Ma per andare avanti questa strategia ha bisogno di un’azione amministrativa metodica e perseverante che invece, nell’ultimo anno e mezzo, è mancata: bisogna perciò riattivare subito i Patti per completare i lavori avviati e sbloccarne di nuovi (ricordo che a disposizione di questo specifico strumento erano stati stanziati ben 40 miliardi di euro).

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