09 ottobre 2020   Articoli

Sud e Nord, questione di fondi

Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno

La correlazione empirica tra crescita di un paese e evoluzione del sistema della finanza è evidente. Ma gli economisti si dividono sulla sua interpretazione Alcuni ritengono che il principale nesso di causalità vada dalla finanza alla crescita, altri nella prevalenza del nesso opposto. La finanza evoluta sarebbe il prodotto della crescita più che la sua conseguenza. In realtà esistono entrambi i nessi causali e certamente la finanza è importante come precondizione per la crescita.

In uno Stato unitario come il nostro quindi la fornitura di opportunità di finanziamento anche a imprenditori delle aree più svantaggiate deve essere un obiettivo di politica economica. Purtroppo questo obiettivo è stato spesso travisato. In effetti esso non significa che il sistema bancario debba rispettare una qualche distribuzione territoriale del credito, e nemmeno che tutti i progetti di investimento debbano essere finanziati ovviamente.

Significa che bisogna solo creare le migliori condizioni di finanziamento per gli imprenditori compatibili con la solidità degli intermediari. Ci sono una serie di ragioni per cui un mercato senza correzioni probabilmente non assicura questa condizioni nel Mezzogiorno. L’assenza di grandi banche meridionali rende più difficile l’accesso al credito (si veda la letteratura sulla distanza funzionale tra testa e sportelli delle banche di Zazzaro e Ferri per es.).

In anni più recenti il credito bancario peraltro diventa sempre meno importante per finanziare lo sviluppo. Le restrizioni e i requisiti prudenziali sempre più stringenti sul credito rischioso assieme alla normativa antiusura, restringe i margini di manovra delle banche nel finanziare imprese innovative necessariamente più rischiose. La nuova finanza passa attraverso intermediari più evoluti. Si tratta dei fondi di private equity. La forma tipica di questi investimenti è l’acquisizione di quote di capitale di rischio delle imprese.

Un tipico fondo di private equity identifica imprese ad alto potenziale di crescita in settori fortemente innovativi (o che applicano tecnologie innovative in settori tradizionali) e ne finanzia la partenza o lo sviluppo, anche intervenendo nel governo dell’impresa. Trattandosi di una forma di investimento rischiosa e costosa in termini di acquisizione di informazione, consulenza e monitoraggio dell’impresa, anche per le professionalità evolute che richiede, è riservata a imprese che possono dare rendimenti molto elevati. Ma queste sono anche le imprese che in maniera crescente faranno la differenza per la crescita dei territori.

Fino al 2018 la quasi totalità degli intermediari di private equity era collocata al nord. Anno su anno i finanziamenti a imprese meridionali si attestavano sul 2/3% del totale. Nel 2018, per iniziativa dell’allora Ministro De Vincenti è entrato in attività il cd Fondo Imprese Sud. Finanziato con fondi del FSC, questo fondo poteva finanziare solo la crescita di imprese con testa e sede nel Mezzogiorno, col vincolo di dover investire con soci privati. La successiva finanziaria ne modificava la destinazione di fondi (dalla crescita d’impresa al finanziamento di startup innovative) e lo spostava sotto il cappello del Fondo Nazionale Innovazione presso Cassa Depositi e Prestiti. Purtroppo la transizione societaria da Invitalia ha comportato un ritardo di più di un anno nell’utilizzo dei finanziamenti, ma questo fondo oggi finalmente sta investendo velocemente le sue risorse su imprese innovative e brillanti, contribuendo a creare le condizioni per una imprenditoria di successo al sud.

Contemporaneamente il Ministro per il Sud ha opportunamente reinserito nell’ultima finanziaria una norma che rifinanzia il Fondo Imprese Sud con le caratteristiche e la vocazione originaria riaffidandolo con modalità identiche ad INVITALIA. Il Fondo sarebbe in fase di partenza e colmerebbe un vuoto importante che potrebbe creare un tessuto di medie imprese utili a passare la tempesta anche a imprese minori nei territori di riferimento.

Nel complesso la politica, o almeno la parte più intelligente, è stata sensibile a una esigenza di finanza evoluta per il Mezzogiorno. Si tenga presente che però le risorse riservate al sud nel Fondo Nazionale Innovazione, sono al momento il 15% del totale. E’ importante che il resto delle risorse non venga pensato come ‘riservato al nord’. Alla stessa maniera è importante che questa finanza non venga utilizzata per esigenze di ciclo politico. La progettazione dei fondi e la loro organizzazione fortunatamente al momento è una garanzia che entrambe 

Allegati

Firma ora il manifesto

Il futuro del Sud è inscritto nel futuro d’Italia e d’EuropaLo sviluppo del Mezzogiorno e il superamento definitivo della questione meridionale è oggi più che mai interesse di tutta l’Italia.
* campi obbligatori

Seguici sui social