La verità che manca e l'esempio luminoso di Angelo per il Sud
Amedeo Lepore - Il Mattino
Il 5 settembre di quattordici anni fa veniva assassinato vilmente Angelo Vassallo, il “sindaco pescatore” di Pollica. Quella sera si interrompeva il sogno, trasformatosi in realtà, di una comunità in grado di compiere una rivoluzione silenziosa. Da una condizione di antica arretratezza e isolamento, si era passati in poco tempo, a cavallo tra due secoli, a una crescita del tutto sostenibile, anticipatrice del nuovo paradigma dell’economia circolare, molto prima che si imponesse come un’esigenza diffusa e una strategia globale. Anzi, l’originalità delle scelte effettuate nel Cilento – in particolare, dal Comune amministrato da Vassallo, motore di avvio del processo, e dal Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, una dotazione naturale di valore inestimabile – aveva contraddistinto quel modello di sviluppo e le sue caratteristiche più avanzate.
Si trattava di una ricetta semplice ed efficace: convertire l’isolamento e lo stile di vita tipico di quelle aree, fino ad allora indice di scarsità e ristrettezze economiche, in una potente leva per la promozione delle risorse autoctone, della rigenerazione territoriale e della prosperità degli abitanti. Un’impostazione che ha permesso di riqualificare i centri dei borghi cilentani e recuperare i ruderi dei vecchi casali con grande attenzione per la storia dei luoghi, il decoro e il disegno urbano, dando una destinazione specifica a ciascuna frazione e integrando pienamente quest’intervento con l’ambiente circostante. Tale obiettivo è stato raggiunto con un impiego celere e oculato dei fondi europei, oltre che di mezzi degli acquirenti privati, senza indulgere ad alcuno spreco dei finanziamenti disponibili e scongiurando ogni speculazione. Inoltre, frutto della logica complessiva emersa in quegli anni di vasto cambiamento, è stata la riscoperta delle qualità dei cibi locali, collegate a condizioni peculiari di esistenza e operosità, a una condotta di vita, oltre che alimentare, parte di un più ampio tragitto di crescita culturale e di riscatto civile.
Angelo Vassallo era riuscito a rievocare e dare sostanza alla lunga permanenza a Pioppi di Ancel Keys, biologo e fisiologo dell’Università del Minnesota, e Margaret Haney Keys, biochimica della Mayo Foundation, che, con il Seven Countries Study (1958-1983) e il volume How to eat well and stay well: The Mediterranean way (1975), avevano dimostrato i benefici della dieta mediterranea sulla salute e sulla durata della vita. Questa valorizzazione della memoria si univa alla cura generale per le radici e le tradizioni storiche di quei luoghi, che a volte sconfinava nella leggenda, come nel caso della permanenza di Ernest Hemingway ad Acciaroli, dove, secondo il racconto del sindaco, avrebbe trovato ispirazione da un pescatore,’u viecchiu Antonio Masarone, per scrivere Il vecchio e il mare.
L’impegno tenace e lungimirante di Vassallo aveva portato alla proposta, nel 2007, e alla decisione, nel novembre 2010 a Nairobi, di inserimento della dieta mediterranea nella lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’Unesco. A questa visione, poi, si univa la consapevolezza del benessere che poteva scaturire dai prodotti locali e dalla pesca, dalla tutela e dal miglioramento delle condizioni del mare, che divenne il più pulito d’Italia con le sue vele e bandiere blu. Vassallo è stato in grado di coltivare la vocazione per un turismo di qualità, rispettoso della natura e del paesaggio, evitando di tramutare in un indifferenziato e caotico flusso di massa la presenza dei villeggianti. Gli elementi distintivi della sua opera sono stati, comunque, la capacità di accompagnare il percorso di ogni atto amministrativo dalla genesi all’esecuzione, dimostrando enorme pragmatismo e capacità realizzativa, e la lotta strenua contro criminalità e diffusione della droga, che erano il suo assillo. Non c’era un pezzo del territorio che sfuggisse al suo controllo, non c’erano mezze misure.
Gli impulsi del suo carattere, al contempo generoso e intransigente, e le sue convinzioni lo spingevano ad affrontare personalmente le situazioni più difficili. Anche per questa ragione, tanti lo stimavano e gli volevano bene. Il ricordo di quella sera di settembre tormenta ancora i familiari e chi l’ha conosciuto davvero. Angelo Vassallo ha terminato la sua vita, ma non è stato rimosso dalle vicende attuali del Sud, che sembra ascoltare la sua voce. È ora che si chiuda definitivamente una pagina oscura della storia della Repubblica e la giustizia faccia il suo corso, completando l’attività meticolosa di ricerca dei colpevoli. Ma gli abitanti di questi territori meridionali devono proseguire la sua iniziativa di profonda innovazione e affermazione della bellezza, riprendendo ad amare la loro terra, avendo il coraggio di contribuire al ristabilimento della verità e partecipando da protagonisti alla costruzione di un nuovo modello di sviluppo del Mezzogiorno. Il poeta cilentano Giuseppe Liuccio ha scritto versi che possono essere dedicati ad Angelo: “R’aggio voluto bene a stu paese; l’aggio purtato sempre inta lo core; m’â dato spisso lacreme e dolore e, forse, meretava sulo amore”.
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