Il tempo delle Zes è arrivato
Giuseppe Coco - Corriere del Mezzogiorno
Il tempo delle ZES è finalmente arrivato. A 5 anni dalla istituzione delle prime Zone a seguito del DL Mezzogiorno del Ministro De Vincenti, finalmente ci sono convincenti segnali che almeno alcune di esse sono diventate attrattive e gli investimenti vengono autorizzati con una celerità mai vista nella recente storia italiana.
Va detto che questi successi, che dovranno essere comunque verificati ex post con la messa a terra degli investimenti e sui parametri veri di successo (i grandi investimenti in particolare), sono sicuramente il frutto di importanti modifiche alla normativa e dell’approccio manageriale di alcuni Commissari ZES.
Le modifiche che hanno avuto un effetto importante sono a mio parere le più recenti. In particolare l’istituzione e la nomina di Commissari Straordinari Governativi come organi di governo delle ZES, dotati di una struttura e di poteri significativi, che sostituiscono di fatto gli organi collegiali, cui partecipavano regioni, ministeri e Autorità Portuali.
Anche in fase di istituzione delle ZES si discusse se fosse opportuno un organo monocratico, ma l’opposizione delle Regioni finì per privilegiare allora la inefficace soluzione collegiale. Va peraltro detto che la vera novità è l’estensione dei poteri dei Commissari, che sono allo stesso tempo stazione appaltante e titolari di estesissimi poteri di autorizzazione unica per le attività economiche nelle ZES.
L’altro elemento, a mio parere non totalmente positivo, è il rafforzamento degli incentivi non industriali. In particolare sono agevolabili con credito d’imposta anche acquisto, costruzione o ristrutturazione di immobili finalizzati alla attività industriale.
Francamente un incentivo alla attività immobiliare non è totalmente giustificato nella misura in cui aumenta il consumo di suolo o conferisce un vantaggio implicito a proprietari di immobili in aree ZES. L’obiettivo delle ZES era e rimane l’investimento industriale, perché di capannoni inutilizzati ne abbiamo già tanti. Sarebbe quindi auspicabile che il credito d’imposta sulla parte immobiliare dell’investimento fosse limitato a una quota significativamente minore dell’investimento industriale, coerentemente con il progetto e la ratio dello strumento ZES.
Anche con questi strumenti però, l’efficacia delle ZES non era assicurata a priori. Una organizzazione efficace, i progetti, le iniziative e il loro successo dipendono anche dai fattori sottostanti di attrattività dei territori e dalle persone che sono chiamate a governare le Zone.
Sicuramente sta funzionando la ZES Adriatica. In 9 mesi di operatività dello Sportello Unico digitale (a giugno) sono state presentate più di 100 richieste di autorizzazione ed autorizzati 30 investimenti in tempi massimi di 45 giorni (c’è anche un caso limite di una autorizzazione importante concessa in 6 giorni).
Al di là dei poteri concessigli, il Commissario sembra aver instaurato con gli enti locali accordi formali dove necessari, ma anche delle routine informali di coordinamento, che consentono di superare gli ostacoli consueti. L’aspetto più interessante però è il fatto che finalmente sono arrivate alcune manifestazioni di interesse per investimenti sostanziosi, oltre i 15 milioni di euro, che sono la vera ragion d’essere delle ZES.
Ricordiamo infatti che il credito d’imposta sud agevola comunque investimenti sotto i 15 milioni in tutto il Mezzogiorno, anche al di fuori delle ZES.
Lo scopo del provvedimento era invece quello di incoraggiare insediamenti industriali importanti anche in vista del potenziale reshoring di attività in Europa, effetto della regionalizzazione delle catene globali del valore (consiglio la lettura di ‘Riglobalizzazione’ di Gian Marco Ottaviano in materia per farsi un’idea).
La ZES adriatica in particolare ha autorizzato in Puglia un investimento importante nel campo della logistica per 90 milioni di euro, ma anche 3 investimenti attorno ai 30 milioni l’uno. In Molise invece dovrebbero essere cominciati i lavori per un nuovo stabilimento nel campo dell’automotive di una multinazionale americana già presente nel territorio di Termoli.
Anche in forza di questa operatività il Commissario Guadagnolo ha potuto presentare una candidatura credibile per la Conferenza mondiale dell’AICE, l’associazione mondiale delle Zone Economiche Speciali (7000 in tutto il mondo), superando la competizione di concorrenti importanti.
Si tratta di un evento significativo che si terrà quindi a Bari a metà 2024, e una importante opportunità per la Puglia di far conoscere le proprie potenzialità, andando oltre quelle legate al turismo che stanno trainando l’economia in questi anni.
Potremmo avere una occasione importante che dimostrerebbe come provvedimenti con una visione di politica industriale affidati a manager adeguati possono ancora fare la differenza anche nel Mezzogiorno.
Seguici sui social