28 marzo 2020   Rassegna stampa

«Si estenda il reddito di cittadinanza anche alle persone in difficoltà»

Intervista a Carlo Borgomeo di Emanuele Imperiali - Corriere del Mezzogiorno

Carlo Borgomeo, al Sud, dove già prima del Coronavirus la situazione occupazionale era drammatica, per i tanti precari, sottoccupati, lavoratori al nero, disoccupati, inattivi, quest'ulteriore sospensione di circa un milione di lavoratori in Campania e di 740 mila in Puglia, inevitabile per prevenire il diffondersi del contagio, non rischia di avere ulteriori conseguenze sul futuro del mercato del lavoro? 

«Indubbiamente sì. Per una molteplicità di motivi, di cui mi limito a indicarne tre. Primo: nel Sud sono molte di più le famiglie monoreddito, per cui non c'è neppure la possibilità di attenuare gli effetti di una perdita del lavoro di uno con l'altro che prosegue l'attività. Secondo: la forte incidenza del lavoro precario. Terzo: il peso enorme del sommerso, se si pensa che nella provincia di Napoli le stime sul Pil prodotto dall'economia "informale" si aggirano attorno al 3096». 

C'è chi avanza previsioni catastrofiche e ipotizza che almeno un quarto di quanti oggi sono sospesi non rientrerà mai più al lavoro. Condivide?  

«Onestamente non mi sento di fare previsioni, è troppo presto e anche complicato. Vorrei anche aggiungere che il paragone col Dopoguerra mi sembra improprio. Allora, a un certo punto il conflitto mondiale finì. In questo caso c'è il serio rischio che non vi sarà un'ora zero, dalla quale ricominciare. Sarà una conclusione più sgranata nel tempo. Solo allora potremo verificare nei fatti chi non riaprirà più i battenti, chi si riprenderà, chi magari riconvertirà le proprie attività». 

Non vede all'orizzonte, soprattutto dove c'è maggiore disgregazione sociale come al Sud, segnatamente in Campania e in Puglia, rischi di un acuirsi delle tensioni sociali, laddove molti si troveranno senza neppure i soldi per mangiare? 

«Oggi, purtroppo, questa è una previsione fondata. Ma credo che nel giro di poche settimane vi saranno importanti strumenti di sostegno al reddito, speriamo con un processo di semplificazione. E la grande scommessa sta nel clima che riusciremo a costruire nel Paese nella fase di ricostruzione: forse anche rivedendo alcuni criteri che hanno guidato i processi di sviluppo negli ultimi decenni». 

Piuttosto che introdurre misure diversificate di sostegno ai cittadini, non sarebbe preferibile che il Governo puntasse sull'assistenza del Reddito di cittadinanza esteso maggiormente rispetto a oggi? 

«Condivido e penso che questa sia l'occasione per rilanciare da un lato, ma correggere dall'altro, il Reddito di cittadinanza. Per cui laddove scatta la cassa integrazione bene, in caso contrario si ricorra a questo strumento. Stando attenti agli imbrogli, ma senza farsi paralizzare dal terrore che vi sia qualche spreco e senza vergognarsi di fare un intervento assistenziale. E, quindi sospendendo le attività riferite alla individuazione delle opportunità di lavoro che, peraltro, non hanno funzionato granché». 

Come presidente della Fondazione «Con il Sud» ci dica se il Terzo settore può dare un contributo, e quale, alla crisi economica e sociale in atto nelle regioni meridionali. 

«Oggi il Terzo settore sta vivendo un momento paradossale: ha la funzione di attivare servizi, di assistere le persone, di fare accompagnamento e accoglienza, esaltando la dimensione dello stare insieme, ed è costretto a farlo con il distanziamento sociale obbligatorio. Detto questo, non c'è alcun dubbio che il Terzo settore, oltre a svolgere un ruolo decisivo nelle comunità, significhi anche occupazione: a Napoli migliaia di persone oggi lavorano e ricevono una retribuzione soprattutto nelle cooperative di tipo B (finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, ndr). E sono convinto che ulteriori opportunità creerà anche dopo la fine del contagio. Per questo motivo è indispensabile tenerlo in piedi: non a caso nei giorni scorsi ho lanciato una proposta in tal senso, proprio al fine di evitare che la crisi faccia tabula rasa di tante esperienze.

 

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